DALLA PARTE DELLA DEMOCRAZIA
I giri di parole sono inutili. In Venezuela, dove vive una folta comunità italiana, c’è una dittatura criminale e affamatrice. Chi vi si oppone è l’unica entità statale democraticamente eletta. Le forze antidittatoriali venezuelane vanno sostenute senza esitazioni. Pure Trump la pensa così? Sì. E allora? Anche un orologio fermo due volte al giorno segna l’ora esatta. Sarebbe tragico tenere una linea immorale solo per essere agli antipodi del presidente americano. L’opposizione democratica venezuelana (tra l’altro il suo capo Juan Guaidó appartiene ad un partito dell’Internazionale Socialista) per far avanzare la transizione verso la libertà e libere elezioni ha bisogno, com’è successo storicamente a quasi ogni movimento di liberazione da una tirannide, di tre cose: appoggio popolare; appoggio della comunità internazionale; sostegno dell’esercito nazionale. La prima cosa c’è. La seconda c’è sempre di più (sul filo-chavismo da operetta dei M5S stendiamo un velo pietoso); la terza, per ora, manca. È una situazione delicatissima, da seguire col fiato sospeso.