VANTARSI DI DISPREZZARE IL SAPERE E LO STUDIO
Non ho niente contro Lino Banfi. Né contro la persona, né contro l’attore. Non è Totò o Sordi o Gassman. Ma nemmeno Lando Buzzanca o Jimmy Il Fenomeno. Il punto è che l’ottimo Banfi non c’entra nulla in un ruolo per cui gli altri Paesi hanno nominato storici dell’arte direttori di museo (Sabine Haag, Austria); vicepresidenti della biblioteca nazionale (Daniel Janicot, Francia); docenti universitari poi titolari di importanti cariche istituzionali (Maria Böhmer, Germania). Far notare questo non è perbenismo o conformismo. È senso della realtà e del ridicolo. L’attuale governo non perde occasione di mandare pericolissimi messaggi di disprezzo del sapere, dello studio, della scienza. Questo è l’ennesimo. Ciò fa insieme rabbia e tristezza.