Un mio secondo intervento sui fondi della lega

Per la quarta seduta d’aula consecutiva, e per la seconda volta tramite un mio intervento, il gruppo del Pd al Senato ha chiesto al ministro Salvini e al ministro Bonafede di smetterla di scappare, e di rispondere in Parlamento alle nostre interrogazioni su quello che va delineandosi come uno dei più grossi scandali politici degli ultimi anni.

Il 24 luglio dell’anno scorso un Tribunale dello Stato ha stabilito che la Lega ha rubato ai cittadini 48 milioni di euro, rimborsi elettorali illegittimi riferiti agli anni 2008-2010 e in buona parte incamerati durante la segreteria #Salvini cominciata a fine 2013.

Quei soldi, di cui si cominciò a parlare quando nel 2012 l’inchiesta divenne di pubblico dominio, vanno restituiti all’erario.

Il problema è che sono spariti, e la magistratura, che sta seguendo un giro vorticoso di denaro che dalla Lombardia si è esteso in vari paradisi fiscali, è arrivata a formulare ipotesi inquietanti sulle ragioni di questa sparizione.

La Cassazione ha reso noto oggi perché la gravità dei fatti in questione è tale da rendere legittimo il sequestro delle somme provento del reato ovunque esse si trovino.

Come può il ministro degli interni, investito in pieno da questa torbida vicenda, e autore nei giorni scorsi di dichiarazioni alla stampa che volevano essere chiarificatrici e che invece sono risultate soltanto sconcertanti, non avvertire il dovere morale, civile e politico di fare chiarezza nelle sedi istituzionali?

Come possono il ministro della giustizia e il M5S continuare a prestarsi a questo gioco?

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