Giuliano da Empoli è un analista intelligente della realtà sociale e politica. Giuliano è candidato al Senato per il Pd nel collegio proporzionale Toscana 2. Ieri, su “Democratica”, ha sollevato un tema importante: definire “populisti” partiti come la Lega e il M5S è un errore. Significa sottovalutarli, non coglierne le caratteristiche più dannose. Nella parola “populista” c’è un elemento positivo: il richiamo al popolo. Ma queste forze non hanno niente di positivo riguardo al popolo: puntano a ingannarlo, non a rappresentarlo meglio e ad avanzare proposte concrete per risolvere i suoi problemi. Queste forze non sono populiste. Sono, tecnicamente, estremiste: giocare con l’idea di uscire dall’euro è estremismo; parlare di razza bianca è estremismo; picconare i metodi e le regole della democrazia rappresentativa è estremismo; perseguire l’aumento della spesa dello Stato per circa 100 miliardi senza indicare nessuna copertura credibile è estremismo, dato che significherebbe sfasciare la finanza pubblica del nostro Paese. Ed è estremismo anche proporre, come ha fatto Luigi Di Maio, di tagliare le agevolazioni fiscali di 40 miliardi, cosa che danneggerebbe pesantemente le famiglie che oggi portano in detrazione le spese sanitarie, per l’istruzione e per il mutuo.