Sulla riflessione di Michele Serra

Michele Serra, persona di grande intelligenza, ha scritto oggi su “Repubblica” un editoriale civile e stimolante per invitare il Pd ad aprire una trattativa con il M5S.

Tre i perni della sua riflessione:

1) il Pd è un partito nato per governare, sbaglia a ritenere doverosa l’opposizione;

2) in un sistema proporzionale gli elettori per definizione non mandano all’opposizione nessuno;

3) il Pd non può giudicare indigeribile un’alleanza con i pentastellati dato che nella scorsa legislatura si è alleato con pezzi di ex centrodestra.

A parte che il M5S finora non ha manifestato una disponibilità a trattare ma un arrogante desiderio di sottomettere, il mio pensiero è il seguente:

1) il Pd è certo un partito nato per conquistare la maggioranza alle elezioni e cambiare il Paese governandolo, ma snaturerebbe se stesso se interpretasse questa sua vocazione come necessità di governare a ogni costo, anche quando giunge lontano dalla maggioranza relativa o assoluta dei seggi, o quando non può formare una maggioranza con forze portatrici di piattaforme programmatiche e visioni del Paese e della democrazia italiana compatibili con le sue;

2) anche se con il proporzionale, che non piace a Serra e nemmeno al Pd, ma che piaceva un sacco al M5S almeno fino al 4 marzo, gli elettori non conferiscono dei “mandati” nel senso stretto e vincolante del termine, essi possono dare segnali molto molto chiari. Il 4 marzo gli elettori hanno inviato al Pd, pilastro delle maggioranze governative degli ultimi sette anni, un segnale chiaro e non ignorabile, dandoci meno della metà dei seggi rispetto alla prima coalizione e metà dei seggi rispetto al primo partito;

3) dopo le elezioni del 2013 il Pd si trovò in una situazione opposta a quella odierna. Cioè si trovò ad essere il partito-guida della coalizione che aveva ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera (350 su 630) e la maggioranza relativa dei seggi al Senato (123 su 315). In quel momento, il dovere di dare una soluzione al problema del governo del Paese, dovere al quale non potevamo sottrarci e al quale non ci sottraemmo, stava sulle spalle del Pd esattamente come oggi sta sulle spalle delle forze risultate di gran lunga prevalenti nelle elezioni del marzo scorso. Questo è ciò che mi sento di replicare a Serra. Infine, mi pare necessario ribadire che l’opposizione può essere praticata in modo rinunciatario e passivo, o in modo propositivo, dinamico e attivo. Noi abbiamo intenzione di seguire la seconda strada, riflettendo a fondo sugli errori compiuti e i limiti che dobbiamo superare, avanzando proposte incalzanti nell’interesse del Paese e prendendo iniziative politiche e sociali ad ampio raggio. Proposte e iniziative grazie alle quali riusciremo a rimetterci in sintonia con chi non ha avuto fiducia in noi nelle ultime elezioni.

Articoli scritti da Claudia Firenze

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