Ricordando il Presidente Pertini

Sono le 12.57 di sabato 8 luglio 1978, 40 anni fa. A Montecitorio scatta un applauso corale non appena SANDRO PERTINI supera la quota di voti per diventare Capo dello Stato. A leggere le schede è Ingrao. Sale al Quirinale un uomo senza pari per onestà e coraggio. Un socialista, un partigiano, un antifascista. Sarà il Presidente più amato. Nel discorso di insediamento ricorderà il legame indissolubile tra giustizia e libertà e la lezione morale e civile di Matteotti, Giovanni Amendola, Gobetti, Carlo Rosselli, Gramsci. Con gli italiani fu amore a prima vista. Tanti i momenti indimenticabili, belli e tristi, legati a Pertini e entrati nell’immaginario popolare: l’esultanza al gol di Tardelli al Mundial del 1982; lo scopone in aereo con Zoff, Causio e Bearzot; il bacio sulla bara di Berlinguer in Piazza San Giovanni a Roma; la visita in Irpinia dopo il terremoto; lui a Vermicino vicino al pozzo maledetto che ha inghiottito il piccolo Alfredo Rampi. Un politico e uno statista indimenticabile.

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