PERCHÉ SOSTENGO MAURIZIO MARTINA
Sono cominciati i congressi di circolo del Pd.
Rispetto ovviamente tutte le posizioni e tutti i candidati in campo e mi auguro che ci siano poche polemiche e discussioni sane, costruttive, senza strappi.
Per quanto mi riguarda darò il mio voto a Maurizio Martina perché mi sembra la scelta più in grado di rilanciare il Pd tenendolo unito, accompagnando le necessarie innovazioni e correzioni con una altrettanto indispensabile valorizzazione del riformismo e delle tante cose positive realizzate dai nostri governi nel 2014-2018.
Apprezzo la chiusura netta di Martina a qualsiasi velleità di abbraccio con i grillini e il suo giudizio sulla natura di Lega e Cinque Stelle, considerati giustamente, senza ambiguità e fumosi giri di parole, due facce della stessa medaglia, due varianti complementari di quella merce avariata che si chiama “populismo illiberale”.
Apprezzo che Martina abbia idee chiare e avanzate in materia di politiche sociali ed economiche, in particolare su come incentivare la crescita e gli investimenti produttivi garantendo al contempo una più incisiva tutela delle fasce deboli della popolazione, una maggiore equità fiscale e un livello piu elevato di sicurezza e di coesione sociale.
Ritengo che la mozione Martima sia quella che meglio persegue l’obiettivo di fare del Pd un partito in grado di parlare a tutto il Paese e di rivolgersi in modo credibile in più direzioni, a sinistra come al centro, stringendo alleanze sociali e politiche rigorosamente di tipo programmatico.
Mi permetto infine un’annotazione a margine sui suoi contendenti: oltre a convincermi meno sul piano generale delle proposte e dell’efficacia unitaria, presentano a mio avviso due limiti aggiuntivi onestamemte non sottovalutabili.
Se venisse eletto segretario, Zingaretti dovrebbe decidere subito se mantenere per quattro anni un ingestibile doppio incarico segretario-presidente di regione o costringere il Lazio a traumatiche elezioni anticipate. A me questo pare un grosso problema.
Quanto a Giachetti, la sua candidatura mi sembra sorta su basi eccessivamente ristrette e priva di sufficiente capacità espansiva: rischia di risultare un atto di testimonianza certo generoso ma oggettivamente destinato a favorire chi nel Pd vuole spostare indietro le lancette dell’orologio.