Padoan spiega perché non si scherza col fuoco

L’ex ministro Padoan spiega bene perché l’Italia non può permettersi di scherzare col fuoco cianciando di progetti economici bislacchi e senza coperture.

Abbiamo un alto debito pubblico, che, in rapporto al pil, solo quest’anno ha iniziato a scendere, dopo molti anni di crescita.

Questo rapporto deve continuare a ridursi.

Se tu dici di voler portare il deficit dallo 0,9 previsto al 2,7% del pil, tu stai dicendo che vuoi far tornare a crescere il debito pubblico in relazione al pil.

Cosa perniciosa in un Paese iperindebitato come l’Italia, tanto più se a tale affermazioni ne aggiungi altre, del tutto deliranti, ad esempio che intendi coprire una riduzione permanente d’imposte con un’entrata una tantum (il condono) e con un aumento della lotta all’evasione: dire che vuoi inasprire la lotta all’evasione e annunciare un condono è come annunciare che hai fatto un buco nel fondo di un secchio nel momento in cui proclami che il tuo obiettivo numero uno è riempirlo d’acqua fino all’orlo.

Se davvero il governo mettesse in conto di sfiorare il 3% nel rapporto deficit-pil, la sfiducia dei risparmiatori italiani e stranieri nella sostenibilità del nostro debito pubblico tornerebbe a crescere e, insieme al peso del debito stesso sul pil, crescerebbero i tassi di interesse richiesti per comprare i nostri titoli di stato.

Quindi dovremmo prevedere un nuovo aumento dei tassi di interesse sul nostro debito dopo quello di 1 punto percentuale intervenuto dopo le esternazioni avventurose di alcuni esponenti di governo sull’uscita dell’Italia dall’euro.

Il già avvenuto aumento di 1 punto nei tassi di interesse ci costerà nel 2019 qualche miliardo di euro di spesa pubblica aggiuntiva.

Un nuovo aumento sarebbe più consistente e ci costerebbe ancora di più.

Camminiamo, come sempre quando si parla di finanza pubblica, su un sentiero stretto.

Bisogna augurarsi che il governo rinunci quanto prima, e nella maniera più solenne, alla politica delle sparate senza senso e senza coperture.

La scelta meno pericolosa per le famiglie e per le imprese italiane è fare i conti con la realtà.

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