Il giorno della vigilia di Pasqua del 1944 fu barbaramente assassinato dai fascisti repubblichini un padre di famiglia, Luigi Pasqualetti, “Valente”, di anni quarantatré. Unica sua colpa, aver difeso i più deboli ed essersi opposto al fascismo. Anche quest’anno eravamo in tanti per ricordare in una cerimonia pubblica l’uomo, la famiglia, e per mantenere viva la memoria, ieri sabato 9 aprile in prossimità del cippo in Corte Brogi. E ancora una volta ritorniamo indietro nel tempo, per raccontare la triste vicenda che vide protagonisti un padre, una madre e un figlio. «Come al solito – racconta Paolo Pasqualetti, che all’epoca aveva appena otto anni – dormivo in un lettino accanto a quello dei miei genitori. Ricordo che quando gli assassini di mio padre bussarono con violenza alla porta mi risvegliai bruscamente. La maestra che era ospite in casa nostra (Maddalena Giovacchini) si affacciò alla finestra chiedendo cosa volessero. Volevano mio padre. Lui cercò di fuggire da una finestra ma mentre scavalcava il davanzale fu mitragliato. Io udii il rumore degli spari. Mia mamma e la maestra lo riportarono in camera, adagiandolo sul letto. Ricordo che rimasi sbigottito, provando uno smarrimento totale nel vedere il babbo in quelle condizioni. Mia madre e la maestra cercarono di tamponare il sangue, ma fu inutile». Intanto era arrivato, uditi gli spari, l’amico e vicino Guido Brogi, che prelevò subito il piccolo Paolo portandolo al sicuro dalla moglie e dai figli. Brogi partì subito alla volta delle case dei fratelli del Pasqualetti, per avvisarli affinché lo potessero rivedere prima che esso morisse. Ce la fecero. Fu avvisato anche il medico, il dottor Montanelli, che dimorava nella vicina Rozzalupi, ma quando giunse al capezzale del Pasqualetti non c’era più niente da fare. L’ultima frase che “Valente” riuscì a pronunciare fu rivolta al figlio, che volle accanto a sé negli ultimi istanti di vita. «Tu sei giovane, forse non ti rendi conto di quello che vi hanno fatto moralmente. Quando sarai grande capirai ancora meglio. Cerca di non dimenticarlo mai. Ricordati di stare sempre vicino alla tua mamma». “Valente” se ne era andato per sempre, ma aveva lasciato per tutti una speranza, ed il suo esempio darà la forza a tante persone di continuare a lottare per la Libertà e la Democrazia. #Antifascismo, #Memoria