L’informativa in Senato del Ministro dello sport Spadafora

Stamani in Senato si è svolta l’informativa del Ministro dello Sport Spadafora. Potete lettere di seguito il suo intervento.

 

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca: «Informativa del Ministro per le politiche giovanili e lo sport sulle iniziative di competenza del Ministero per le politiche giovanili e lo sport per fronteggiare l’emergenza da Covid-19».

Ricordo che è in corso la diretta televisiva con la RAI.

Ha facoltà di parlare il ministro per le politiche giovanili e lo sport, onorevole Spadafora.

SPADAFORA, ministro per le politiche giovanili e lo sport. Signor Presidente, onorevoli senatrici e senatori, l’emergenza sanitaria in corso ci ha obbligato ad una rimodulazione dei programmi e delle azioni del nostro Ministero, come alla rimodulazione di tutti gli altri programmi del Governo.

I giovani sono stati tra i principali testimoni di iniziative molto importanti, in questo periodo di emergenza sanitaria.

Voglio citare soprattutto il servizio civile universale, che ha avuto la capacità, insieme ai suoi enti e a tutti i ragazzi, di rigenerarsi e fare in modo che ben 27.000 ragazze e ragazzi dei 30.000 che erano in attività abbiano potuto riprendere il proprio impegno e riadattare i propri programmi alle esigenze dettate da questa emergenza. In realtà, 3.200 di loro non si sono mai fermati durante tutto il periodo dell’emergenza sanitaria. Del resto, le ragazze e i ragazzi italiani hanno davanti a loro proprio questa sfida del dopo, cioè di come riorganizzare la propria vita e le proprie relazioni seguendo le nuove regole che ci vengono dettate da questa emergenza sanitaria. È per questo che abbiamo convocato per la prima settimana di giugno una grande assemblea, una maratona web con migliaia di ragazzi che saranno rappresentativi di tutte le realtà associative culturali laiche e religiose del nostro Paese, perché insieme a loro vogliamo discutere di un programma di attività e di azioni che il Governo poi si impegnerà a sostenere e per le quali il Governo metterà le proprie risorse. Tutto ciò per fare in modo che questi ragazzi possano sentirsi, in questa nuova fase post emergenza, protagonisti, ma soprattutto per consentire a noi come Governo di essere in grado di individuare le iniziative e i programmi migliori che oggi devono adattarsi alla vita quotidiana dei ragazzi. Penso al fatto che cambierà anche il loro modo di andare all’università e a scuola, di fare vacanza o di andare a studiare all’estero, di poter fare degli stage, ma anche semplicemente la loro socialità. Ebbene, con tutti questi ragazzi e grazie a delle nuove tecnologie messe a punto da un gruppo di straordinari ragazzi del Politecnico di Torino, abbiamo organizzato per i primi giorni di giugno questa maratona che ci consentirà di avere elementi utili per il nostro lavoro. Questo perché anche in questo periodo di emergenza sanitaria tutti i ragazzi e tutte le ragazze possano esercitare il loro diritto a partecipare e la loro libertà di scegliere di contribuire a disegnare, ciascuno secondo le proprie idee, una rotta per il futuro e azioni concrete da realizzare con il sostegno del Governo.

In questo periodo di lockdown, come sapete, in Italia, ma anche nel resto del mondo, si sono fermate anche tutte le competizioni e le attività sportive di ogni tipo e di ogni genere. Per questo motivo, sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, ancora prima che ci fosse il lockdown, ho mantenuto rapporti costanti con tutti gli organismi sportivi, a partire dal CONI, al Comitato italiano paralimpico, a tutte le federazioni, alle discipline sportive associate, alle associazioni e alle società dilettantistiche, agli enti di promozione sportiva, a tutte quelle realtà che potessero dare a noi come Governo un’immediata percezione di quello che stava avvenendo nel Paese per consentirci di prendere i provvedimenti più adeguati. Proprio ieri ho chiesto e ottenuto di partecipare ad una giunta straordinaria del CIP e domani parteciperò ad una giunta straordinaria del CONI. Mi sono tenuto in collegamento, ovviamente, con tutti gli altri Ministri per le politiche giovanili e lo sport degli altri Paesi europei per cercare, nei limiti del possibile, di condividere una linea comune. Del resto, che fosse necessario fermarsi lo abbiamo capito anche da alcuni rinvii di valore altamente simbolico. Penso alle Olimpiadi che sono state certamente il simbolo più evidente di questa necessità di fermarsi, ma per l’Italia ci sono stati anche altri appuntamenti importanti che sono stati rinviati, come il Giro d’Italia, gli Internazionali di tennis, anche l’inaugurazione di UEFA Euro 2020, tutti appuntamenti che avrebbero comunque aiutato a garantire al nostro Paese quel primato forte che ha sempre avuto anche nel mondo dell’organizzazione degli eventi sportivi.

La linea del Governo, da questo punto di vista, è stata sempre una linea di prudenza e di tutela innanzitutto della salute per tutti. Del resto, le immagini dei morti, delle persone che sono state portate via da questa epidemia ritornano ancora alla mente di ciascuno di noi, perché non risalgono a mesi o anni fa, ma ancora a poche settimane fa. È per questo che abbiamo proceduto con prudenza alla riapertura di tutto il mondo sportivo. Come sapete, nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 4 maggio abbiamo iniziato dalla ripresa dell’attività motoria e sportiva per tutti gli italiani – e questo è stato un segnale estremamente importante per l’opinione pubblica – ma abbiamo anche ripreso con gli allenamenti degli sport individuali, limitandoli però agli atleti riconosciuti dal CONI e dalle federazioni di interesse nazionale, cioè quelli che avevano urgenza di ritornare ad allenarsi per poter partecipare alle competizioni e alle grandi gare anche a livello internazionale.

Questo è stato necessario perché il richiamo che ci veniva da tutta la comunità scientifica era volto anche a mettere in circolazione con la prima apertura del 4 maggio il minor numero possibile di persone, proprio per cominciare in modo graduale la riapertura.

Abbiamo lavorato in queste settimane senza sosta per dare risposta a tutto il mondo dello sport, anche se spesso l’attenzione in questi giorni si è concentrata prevalentemente sul tema del calcio. Vorrei quindi subito chiarire alcuni aspetti su questo punto. Io sono, come Ministro dello sport, pienamente consapevole dell’importanza non solo sociale, ma anche della passione e del tifo che si raccolgono intorno al tema del calcio. Sarebbe paradossale perciò se, come Ministro dello sport, non riconoscessi l’importanza di questo mondo, non solo per i motivi che vi ho appena detto, ma anche perché oggettivamente, dati alla mano, rappresenta un’industria importante del nostro Paese, che ha un fatturato e un giro di affari importante e che dà al fisco oltre un miliardo di euro l’anno. Ciononostante, ho trovato eccessivo l’inasprimento del dibattito politico e mediatico, incomprensibile – secondo la mia percezione – agli occhi di milioni di italiani che in questo momento sono ancora prioritariamente interessati alla loro salute e al loro lavoro.

L’altro ieri sono arrivate le decisioni, le valutazioni più che altro, del Comitato tecnico-scientifico sul protocollo proposto dalla Federazione italiana giuoco calcio (FIGC) per la ripresa degli allenamenti. Le osservazioni sono numerose; ne cito tre che sono particolarmente significative. La prima: il CTS chiede che nel caso emerga un positivo all’interno della squadra, tutta la squadra sia messa in quarantena, senza alcun contatto esterno. La seconda: affidare una responsabilità notevole ai medici delle singole società, nel rispetto e nell’attuazione di quel protocollo. La terza: il Comitato tecnico-scientifico richiede che sia fatta attenzione che l’enorme numero di tamponi e di test molecolari richiesti per i calciatori non vadano in nessun modo ad impattare sulle esigenze generali e sulle necessità di tutti gli altri cittadini.

Credo che le osservazioni formulate dal CTS saranno prese in considerazione dalla Federazione italiana giuoco calcio, che immagino che riadatterà il proprio protocollo in base a queste indicazioni, per consentire quindi la ripresa degli allenamenti a partire dal 18 maggio.

Ovviamente resterà poi ancora la necessità di definire nei prossimi giorni la riapertura del campionato. Al riguardo vorrei essere altrettanto chiaro: se il campionato riprenderà, come tutti auspichiamo, lo farà perché saremo arrivati a questa decisione dopo una successione ordinata di azioni, di protocolli e di attività che avremo svolto e che avranno consentito di riprendere il campionato in sicurezza per tutto e per tutti quanti coloro che sono coinvolti in questo mondo. Non era possibile in alcun modo decidere, come ho sempre detto sin dal primo giorno, soltanto per una fretta irresponsabile o per le spinte strumentali di chicchessia. Del resto che il quadro generale non consentisse fughe in avanti ancora fino a qualche giorno fa, era talmente evidente e anche in contrapposizione con la tutela della salute. Mi sembra di vedere oggettivamente che si sia trattato di un’incertezza che non ha caratterizzato soltanto il nostro Paese, ma tutti i Paesi. Gli unici Paesi che hanno deciso subito una data, sono quelli che hanno bloccato il campionato, come la Francia e l’Olanda. Tutti gli altri, dalla Germania, che riprenderà, agli altri Paesi, hanno dovuto man mano rinviare questa decisione di fronte alla necessità di analizzare la curva dei contagi e vedere realmente cosa andava fatto per fare in modo che il campionato potesse riaprire in sicurezza.

Il Governo ha tenuto quindi una linea sempre molto precisa e coerente di prudenza e di attenzione al tema della salute, mentre abbiamo visto spesso cambiare opinione, anche legittimamente, gli stessi presidenti delle società, molti opinionisti e giornalisti, con un’evoluzione legittima del pensiero e delle posizioni, determinata anche da un cambiamento continuo della situazione.

Abbiamo invece mantenuto, con coerenza, sempre la stessa linea di prudenza, senza farci condizionare da pressioni di alcun genere, per cui oggi, se il campionato riprenderà, lo farà perché è stata adempiuta una serie di situazioni necessarie e preliminari.

Qualcuno in questi giorni si è chiesto come mai, se in un supermercato una cassiera risulta positiva, non si chiuda il negozio, mentre nel caso di una squadra di calcio si prescriva che essa vada in quarantena. A me la risposta sembra tanto evidente, quanto banale: nel supermercato è possibile mantenere i distanziamenti, utilizzare i sistemi di protezione, le mascherine e i guanti; il calcio è, per sua natura, come tutti gli altri sport di squadra e in particolare gli sport di contatto, uno sport nel quale non è possibile mantenere le distanze e in cui i calciatori devono anzi correre, sudare, marcarsi e assembrarsi in area di rigore. Da queste semplici e direi banali e incontestabili evidenze, nasce la necessità di prevedere questo autoisolamento, come del resto è confermato anche dal caso avvenuto in Germania solo tre giorni fa, che ha coinvolto una squadra della serie B tedesca. Del resto vorrei ricordare che la sottovalutazione di questo problema ha portato già, poche settimane fa, alla quarantena di diverse squadre di serie A e di diversi calciatori. Quindi quello che vorremmo fare, proprio per non danneggiare ulteriormente il mondo il calcio, è evitare di doverci poi ritrovare nuovamente in questa situazione. Del resto sono e siamo tutti consapevoli che per il calcio la necessità di terminare il campionato nasce sicuramente non solo da motivazioni sportive, ma anche da legittime e indiscutibili ragione economiche, essendo legata alla questione dei diritti televisivi, dal cui introito dipende l’equilibrio di tutto il sistema, anche di squadre fortemente indebitate.

Passiamo adesso, però, a tutti gli altri sport, perché, come ho sempre detto – ed è mio dovere, come Ministro, essere fedele a questo principio – il mondo dello sport non è soltanto il calcio e il calcio non è soltanto la serie A. Tutto il resto del mondo dello sport e degli sport di squadra deve riprendere gli allenamenti il 18 maggio. Per questo abbiamo proposto ulteriori linee guida al comitato tecnico-scientifico (CTS), proprio per consentire a tutti gli altri sport e a tutte le altre discipline di poter riprendere gli allenamenti il prossimo 18 maggio. Deve però ripartire tutto lo sport. Deve ripartire lo sport di base e devono riaprire tutti quei centri, che sono anche una grande necessità e opportunità per i cittadini italiani, dalle palestre, ai centri danza, a tutti gli impianti, i centri e i circoli sportivi. Proporrò per il prossimo decreto del Presidente del consiglio dei ministri, la riapertura di tutte queste attività e di tutti questi centri il 25 maggio, o meglio al massimo entro il 25 maggio, nel senso che abbiamo già inviato al comitato tecnico-scientifico, anche in questo caso, le linee guida per la riapertura di questi centri. Se avremo una risposta positiva dal comitato tecnico-scientifico anche prima, è prevedibile e possibile anticipare anche a prima del 25 maggio questa apertura. Diciamo però che la data massima oltre la quale non vorremmo andare è quella del 25 maggio.

Questo protocollo, che abbiamo inviato al CTS, lo abbiamo elaborato ancora una volta ascoltando le tante realtà dei territori, ascoltando chi gestisce queste realtà e chi ha il problema poi di adattarlo alle necessità delle singole strutture. Le singole strutture sono infatti anche molto diverse: possiamo parlare di impianti di centinaia o di migliaia di metri quadri e di piccole strutture. Dobbiamo dunque fare in modo che tutti, con un protocollo rigido nel rispetto di alcune regole, ma poi adattabile alle diverse fattispecie e situazioni, abbiano la possibilità di riaprire, anche perché è interesse degli stessi responsabili di questi impianti sportivi di ogni genere e di ogni tipo poter garantire una sicurezza, per i propri clienti, perché ciò chiaramente invoglierà le persone stesse ad andare e a superare la paura.

Metteremo a disposizione anche delle risorse per tutte quelle realtà che dovessero avere problemi economici ad attuare in tempi rapidi questo protocollo. In modo particolare, come probabilmente alcuni di voi sapranno, presso tutte le Federazioni, già nell’attribuzione dei fondi avvenuta alla fine dello scorso anno, per il 2020 era stata congelata una cifra di circa il 5 per cento dell’ammontare dei contributi destinati alle Federazioni. È una cifra che, nel totale, cuba circa 17 milioni di euro. Quella cifra all’epoca era stata destinata con il vincolo di individuare poi dei progetti per lo sport di base, ai quali obbligatoriamente le Federazioni dovevano destinarla.

Attraverso la società Sport e Salute scongeleremo i fondi che sono presso le Federazioni, ma daremo anche un’indicazione molto precisa e molto stringente alle Federazioni, cioè quella di sostenere con quei di 7 milioni tutte le associazioni e le società sportive a livello locale, perché possano ad esempio utilizzare parte di quei fondi anche per essere aiutati nelle attività di sanificazione o adeguamento dei propri impianti rispetto alle esigenze che il protocollo richiederà.

D’altra parte, la bellezza del mondo dello sport e delle discipline sta proprio nel fatto che parliamo di una molteplicità di casi completamente diversi. Quindi la necessità del tempo impiegato a scrivere questo protocollo è stata determinata anche dal fatto che un conto è se parliamo di misure che possono riguardare il tennis, un altro conto se riguardano la pesca sportiva, o il nuoto o l’atleta a cavallo. Insomma, sono tutte fattispecie molto diverse l’una dall’altra, alle quali dobbiamo assolutamente garantire, entro il 25 maggio, di riaprire.

Ci siamo posti anche il tema dei centri estivi e soprattutto della partecipazione delle bambine e dei bambini, che spesso in estate vengono coinvolti nelle attività per l’infanzia. È per questo che, con il Ministro per la famiglia Bonetti, abbiamo firmato un protocollo e destinato delle risorse per poter aiutare questi centri estivi a ripartire in sicurezza.

Credo che questo investimento sullo sport di base sia una delle cose più importanti che dobbiamo fare, perché sappiamo tutti quanto lo sport di base in molti territori in tutta Italia, dal Nord al Sud, rappresenti veramente un punto di riferimento per migliaia di persone e di famiglie, ma anche un presidio di legalità dei territori, di partecipazione e motivazione. Nei primi cinque mesi in cui ho svolto attività da Ministro dello sport ho girato moltissimo in lungo e in largo l’Italia e mi rendo conto davvero quanto attivare un centro sportivo, anche in un piccolo territorio, possa essere molto più importante di mettere venti telecamere per la sicurezza o qualunque altro presidio, perché lo sport, soprattutto lo sport di base, è oggettivamente un presidio culturale estremamente importante nel nostro Paese.

Il paradosso – e vado alla conclusione – è che questa crisi sanitaria diventa l’occasione per utilizzare strumenti e risorse che sicuramente non avremmo avuto in tempi ordinari. Quindi, se vogliamo vedere un lato positivo in una situazione estremamente drammatica, quale quella che stiamo vivendo, è il fatto che per la prima volta ci sono risorse davvero straordinarie.

Qui vorrei citarvi soltanto alcuni dei provvedimenti di cui ho certezza che oggi pomeriggio verranno approvati in Consiglio dei Ministri e dirvi innanzitutto che complessivamente, tra risorse ordinarie che erano già nelle disponibilità del Ministero, ma che adesso stiamo rifinalizzando per venire incontro alle esigenze di tutto il mondo dello sport, dai professionisti allo sport di base, e le somme straordinarie che siamo riusciti ad ottenere come Governo dal primo decreto di marzo, dal decreto liquidità e dal decreto che approveremo oggi pomeriggio, arriviamo a circa un miliardo di euro di risorse complessive per lo sport, tra fondi ordinari e straordinari.

Sicuramente una delle misure più importanti, anche da un punto di vista economico, è stato il bonus ai lavoratori sportivi, un mondo che per la sua specificità non sarebbe rientrato in nessun’altra parte dei decreti di sostegno agli altri lavoratori. Noi ad oggi abbiamo già dato il bonus a 75.547 lavoratori sportivi. Con il decreto che approveremo oggi pomeriggio non solo ci sono le risorse per finanziare gli altri 43.000 che ne hanno fatto richiesta per il mese di marzo, ma automaticamente il bonus, senza ulteriori richieste (quindi accelerando un po’ sui tempi che nella prima fase sono stati necessariamente lunghi, perché mancava un database di questi lavoratori sportivi), per aprile e per maggio sarà automaticamente rifinanziato. Per questo devo dire grazie al lavoro importante che la società Sport e Salute ha compiuto anche con una piattaforma che ha funzionato molto bene.

Dopodiché, con il decreto che sarà approvato oggi pomeriggio introduciamo, come ci era stato chiesto soprattutto dal mondo dello sport di base, la cassa integrazione in deroga per i lavoratori dipendenti iscritti al fondo pensione sportivi professionisti, chiaramente limitandolola a un tetto di compenso che riguarda soprattutto le categorie più basse. Non pensiamo ovviamente alla cassa integrazione in deroga per i calciatori della serie A.

Siamo intervenuti su alcuni aspetti particolarmente critici che ci erano stati segnalati soprattutto dai gestori degli impianti, cioè sia sulla questione dei canoni d’affitto degli impianti pubblici, ma anche sulla possibilità, che viene introdotta all’interno di questo decreto, della rinegoziazione dei contratti di gestione degli impianti sportivi sempre con enti pubblici.

Abbiamo introdotto una norma, secondo me estremamente importante, che consente la riduzione del 50 per cento dell’affitto degli impianti privati, da marzo a luglio 2020, quindi è retroattiva ed arriva fino al 30 luglio, che è il momento di chiusura della norma dell’emergenza così com’era stata concepita a gennaio.

La richiesta che veniva forte dal mondo dello sport di base era però quella di avere anche dei finanziamenti a fondo perduto soltanto per questa momento di emergenza sanitaria particolarmente grave, soprattutto per quelle piccole realtà che hanno difficoltà ad accedere a un mutuo, quindi a un finanziamento che poi devono restituire e che quindi potrebbe causare un indebitamento ulteriore di piccole realtà che già hanno poche risorse. Abbiamo pertanto istituito un sostegno a fondo perduto per le associazioni sportive dilettantistiche e per le società sportive dilettantistiche che ha una base partenza di 10 milioni. Esso verrà alimentato progressivamente da un fondo – che è sempre nel decreto di oggi – che deriva da una piccola percentuale che inciderà sul montepremi complessivo di tutto il mondo delle scommesse sportive e che andrà ad alimentare, di volta in volta, questo sostegno a fondo perduto per le associazioni sportive dilettantistiche e le società sportive dilettantistiche.

Abbiamo inoltre previsto delle misure ad hoc soprattutto per l’acquisto e l’utilizzo di ausili per le persone con disabilità che vogliono avere accesso al mondo dello sport. Non solo quindi per gli atleti del Comitato italiano paraolimpico, ma per chiunque in questa fase, soprattutto dopo essere stato fermo per un lungo periodo, voglia riaprire l’attività, abbiamo previsto dei bonus particolari per questo tipo di situazioni.

Come ricorderete, già nel precedente decreto – spero che si attivi nel più breve tempo possibile, ma questo dipenderà molto anche dall’Istituto per il credito sportivo – abbiamo attivato un fondo, di finanziamenti in questo caso, che per le grandi società e per realtà più grandi può essere di estremo aiuto: 100 milioni di euro presso l’Istituto per il credito sportivo, con la caratteristica che sarà un finanziamento a tasso zero e senza nessuna richiesta di garanzia da parte della realtà sportiva, perché sono il Governo e lo Stato ad aver messo i soldi nel fondo di garanzia all’interno della dell’Istituto per il credito sportivo.

Altra misura che partirà entro la fine del mese di maggio è la riapertura del cosiddetto bando sport e periferie, che è estremamente importante per i motivi che dicevamo prima, ossia per rimodernare l’impiantistica del nostro territorio e adattarla, ancor più in questo momento, alle esigenze che derivano dall’emergenza sanitaria. Abbiamo raddoppiato il fondo: l’anno scorso erano disponibili 70 milioni di euro, mentre quest’anno ci saranno 140 milioni di euro per il bando sport e periferie. Via via seguiranno altre iniziative, come il voucher del recupero abbonamenti per tutti gli abbonati alle palestre e gli impianti sportivi, ed altre cose che vedrete nel decreto di oggi pomeriggio.

In conclusione, credo davvero che il mondo dello sport possa trarre da questa purtroppo orribile situazione che abbiamo vissuto anche un’occasione e un’opportunità per rigenerarsi. Ringrazio l’Ufficio per lo sport per il lavoro davvero encomiabile: un piccolo ufficio del Governo di venti persone che sta gestendo un lavoro veramente complesso e che intendiamo portare a compimento anche attraverso la ripresa immediata dei tavoli per il lavoro sulla legge delega approvata dal precedente Governo.

Si tratta di una legge delega sullo sport importante che deve assolutamente mettere ordine anche in tante situazioni, emerse a maggior ragione in questo momento di emergenza sanitaria. Prima citavo il tema dei lavoratori sportivi, al quale bisogna assolutamente dare una soluzione anche per la dignità che va riconosciuta a tutti i lavoratori di questo mondo. Utilizzeremo assolutamente lo strumento della legge delega – abbiamo tempo fino ad agosto – perché quella sarà una grande occasione per dare delle risposte, non emergenziali ma di lunga durata, a tutto il sistema.

Vorrei anche qui ricordare – soltanto perché ho sentito ripetutamente questa imprecisione su come si genera il fondo di aiuto a tutto il mondo dello sport – che, grazie a quella riforma fatta dallo scorso Governo, il fondo che viene attribuito a tutti gli sport e a tutte le federazioni, al CONI e al CIP, di 410 milioni di euro annui è garantito a prescindere dagli introiti fiscali determinati dal calcio o da qualunque altra disciplina. È un fondo sotto il quale non si va ed ovviamente siamo consapevoli del fatto che più aumentano le entrate di quel mondo – che sicuramente dipendono in gran parte al calcio – e più possono arrivare ogni anno ulteriori risorse. Ma il fondo di 410 milioni è previsto per legge ed è a prescindere da tutto il resto.

Ritengo pertanto che quella riforma servirà, perché servirà a garantire anche una governance più chiara del mondo dello sport, dando al CONI la possibilità di lavorare con piena funzionalità e autonomia per la sua missione istituzionale che concerne soprattutto l’attività di preparazione olimpica, ma dando anche un netto e indiscutibile rafforzamento alla società Sport e Salute, che è il vero braccio operativo del Governo, a prescindere da chi è il Ministro pro-tempore, ed è sicuramente oggi più che mai una società importante, perché risponde proprio al concetto dello sport e della salute, dello sport come benessere da attuare in tutto il Paese.

In queste settimane abbiamo lavorato guardando anche al futuro. Come sapete, nonostante la crisi sanitaria, qualche giorno fa proprio in quest’Aula – e di questo desidero veramente ringraziare tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione -abbiamo approvato il decreto-legge per lo svolgimento dei Giochi olimpici 2026 e delle ATP Finals di Torino, che paradossalmente riguarderanno proprio le Regioni particolarmente colpite dal Covid-19. Questo ci dice che i giovani e lo sport sono sicuramente due leve fondamentali per la ripartenza del nostro Paese. Sapranno riportarci nel futuro i giovani; saprà riportarci e guardare al futuro anche lo sport, perché deve essere sicuramente all’altezza dei valori che rappresenta, ma anche delle speranze che suscita e della bellezza che esprime, sia quando viene svolto da grandi campioni, sia anche quando viene svolto solo per divertimento dalle migliaia di ragazze e ragazzi nel nostro Paese. (Applausi).

Articoli scritti da dpadmin