L’economia italiana purtroppo è in recessione.
Il segno meno del quarto trimestre 2018 è persino più pesante delle attese.
Non poteva che finire così: da quando Lega e M5S sono al governo hanno adottato misure che fanno crescere i licenziamenti anziché stimolare gli investimenti.
Con atti e parole irresponsabili hanno fatto salire i tassi di interesse.
Con la legge di bilancio hanno impegnato male le poche risorse disponibili senza mettere niente per chi produce e per i lavoratori.
Ecco come siamo caduti nella palude dopo quattro anni di crescita moderata ma ininterrotta.
I tribuni della maggioranza gialloverde stanno inguaiando gli italiani.
Ma otto mesi di governo, pur essendo abbastanza per far danni, non sono sufficienti per una presa di coscienza veramente di massa.
E per adesso la rendita che la becera propaganda anti-migranti garantisce a Salvini resta quasi intatta: si è riusciti a convincere un pezzo di Paese, un Paese che sta perdendo posti di lavoro e aziende, che la necessità nazionale numero uno è fare gli spietati con chi si trova in condizioni tragiche in mezzo al mare.
Questo rovesciamento truffaldino dell’ordine delle priorità provoca degrado civile e valoriale: è la cosa più triste e intollerabile, ed è anche la cosa che più dobbiamo combattere.
Culturalmente e politicamente.
Ci vorrà tempo.
Ma se lotteremo seriamente in questa direzione non sarà tempo sprecato.