L’autogol di Salvini sui 49 milioni della Lega

LA DIFESA DI SALVINI È UN AUTOGOL

Sullo scandalo dei 49 milioni di soldi pubblici spariti, Salvini si è chiamato fuori affermando “io non c’entro, riguarda chi c’era prima di me”.

Tesi avallata con eccezionale e allarmante tempismo dal suo parigrado Luigi Di Maio.

Mi pare doveroso ricordare che si tratta di una linea di difesa insostenibile per almeno tre motivi.

Le cose che devono essere chiarite, in primo luogo in sede politica, sono molte.
E sono chiarimenti che deve dare anche Salvini.
Per questo esigiamo che venga a riferire in aula.

I tre motivi suddetti sono i seguenti:

1. I documenti pubblicati dall’Espresso, di cui nessuno ha contestato la veridicità, mostrano che, dopo essere diventato segretario, Salvini ha incassato e usato ingenti somme che sapeva essere al centro di un procedimento penale per truffa allo Stato.

2. È con Salvini segretario che il patrimonio finanziario della Lega subisce un tracollo anomalo e finora inspiegato di cui starebbe occupandosi l’inchiesta giudiziaria per sospetto riciclaggio avviata all’inizio di quest’anno.

3. Stando a quanto ha appurato anche in questo caso un’inchiesta giornalistica dell’Espresso, è con Salvini segretario che nasce un’associazione-satellite della Lega, “Più Voci”, che secondo ipotesi al vaglio delle autorità inquirenti potrebbe avere lo scopo di ottenere donazioni non aggrediibili da eventuali azioni di confisca che già al momento della sua costituzione apparivano probabili e destinate a concretizzarsi in tempi non lunghi.

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