In memoria di Roberto Ruffilli

Convegno alla Camera in memoria di Roberto Ruffilli con Marco Olivetti, Pierluigi Castagnetti, Walter Veltroni, Andrea Marcucci e Graziano Delrio.

Le Brigate Rosse uccidendo Ruffilli uccisero un modernizzatore delle istituzioni che da responsabile riforme istituzionali della Dc guidata da De Mita si era seriamente posto il problema della stabilità politica e della governabilità in Italia.

Qualche settimana prima delle elezioni politiche del giugno 1987 Ruffilli lanciò una proposta di riforma elettorale che prevedeva un sistema a turno unico con doppio voto (uno per una lista, uno per la coalizione), un premio in seggi alla coalizione più votata e uno inferiore alla seconda coalizione più votata.

L’idea di fondo era favorire una ristrutturazione del sistema politico nel senso del bipolarismo dell’alternanza e costringere i partiti a dichiarare le alleanze di governo prima del voto in modo che i cittadini potessero essere arbitri e non spettatori, scegliendo non solo da chi essere rappresentati in Parlamento ma anche da quale alleanza essere governati.

Questa proposta mirava anche a intaccare la “rendita da mani libere” del Psi, che infatti la respinse proponendo di contro un proporzionale con sbarramento al 5% e l’elezione diretta del capo dello stato.

Di lì a poco la discussione sulla riforma elettorale si arenò (sarebbe ripartita solo con la stagione referendaria cominciata nel 1990).

Meno di anno dopo la presentazione della sua proposta di innovazione delle norme elettorali Ruffilli venne assassinato dalle Br.

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