Il punto, in un momento delicato

Ho incontrato poco fa un mio conoscente che mi ha detto: “Meno male erano loro quelli bravi..”.

Si riferiva al M5S e alla Lega.

E in quella frase, nel suo contenuto e nel tono con cui l’ha pronunciata, c’è tutto l’essenziale.

Salvini e Di Maio hanno infilato l’Italia in un pantano.

Per due mesi, davanti alle telecamere, si sono proclamati vincitori.

Vincitori di che non si sa: sono il partito principale della maggiore coalizione e il partito più votato.

Niente di più.

Ma come tali avevano il dovere di trovare il modo di dare al Paese un governo.

Non ne sono stati in grado.

Bizze, veti, gesti di protervia, giri di valzer, forni farine e panettieri, finti ultimatum, ricatti fatti e subiti.

Mattarella questa sera ha richiamato tutte le forze politiche alle proprie responsabilità: darà vita lui a un governo rigorosamente neutrale per affrontare alcune emergenze e tornare al voto in modo ordinato e in tempi sensati.

Sarà un governo del presidente.

Ma per operare dovrà avere la fiducia del Parlamento.

M5S e Lega gliela negheranno?

Se gliela negassero, offrirebbero una clamorosa prova di irresponsabilità, tipica di partiti arroganti e incapaci di servire il Paese, decisi a scaricare sui cittadini il prezzo dei loro fallimenti e dei loro capricci.

Come se fossimo all’asilo.

Questa irresponsabilità va inquadrata anche storicamente: mai nella storia repubblicana una legislatura è morta prima di partire; mai nella storia repubblicana un governo del presidente (i precedenti: Pella, Ciampi, Dini, Monti) è stato bocciato dal Parlamento.

Si andrà disordinatamente e precipitosamente a nuove elezioni che rischiano di essere non risolutive?

Vedremo nei prossimi giorni.

Come che vada, abbiamo avuto la dimostrazione che un voto a Di Maio o Salvini è un voto sprecato, consegnato a forze politiche affette da infantilismo istituzionale e disposte a entrare in conflitto col Capo dello Stato anche se hanno torto marcio.

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