Proviamo a fare un po’ di chiarezza.
Tutti siamo perché in Ucraina prevalga il negoziato e tacciano le armi.
Tutti vogliamo la pace e un immediato cessate il fuoco.
Tutti ci auguriamo che l’intenso lavorio diplomatico messo in atto da svariate cancellerie europee e non europee porti in tempi rapidi a un fermo dell’aggressione russa.
Tutti crediamo che la guerra debba finire, non allargarsi.
Tutti vogliamo una de-escalation e temiamo un’escalation.
Per ora i tentativi di arresto diplomatico del conflitto sono falliti.
E sono falliti unicamente per colpa di Putin, il quale al momento non intende condurre alcun serio negoziato perché ancora crede di poter conseguire gli obiettivi principali che si è prefisso: sottomissione dell’Ucraina, sua disgregazione e sua trasformazione in un protettorato russo; insediamento a Kiev di un governo-fantoccio ai suoi ordini, modello Lukashenko in Bielorussia.
Nonostante i significativi segnali di apertura lanciati da Zelensky, Putin non accetta per il momento nessuna trattativa vera perché sa che può raggiungere i suddetti risultati, che sono risultati prettamente imperialistici, solo con la forza bruta, in quanto nessun negoziato, da chiunque mediato, potrà mai concedergli la fine della libertà e dell’indipendenza del popolo ucraino.
Per questo chiunque parla di negoziato e di soluzione negoziale, e io sono il primo a farlo, deve, per onestà intellettuale, evitare qualsiasi ambiguità, e dire con chiarezza una cosa che può apparire scontata, ma che non è scontata per tutti.
Bisogna dire che vogliamo il negoziato (e le sanzioni, la pressione internazionale e la resistenza ucraina sono tutte cose che possono facilitare una soluzione negoziale) e contemporaneamente ricordare che non tutto è negoziabile.
C’è qualcosa di non negoziabile.
Questo qualcosa, questo bene per così dire indisponibile, è appunto la fine della libertà e dell’indipendenza del popolo ucraino.
Un esito del genere non sarebbe una soluzione negoziale. Sarebbe la resa.
E significherebbe piegarsi a una colossale ingiustizia.
Difendere la pace, come ha detto Zelensky sabato ai 20 mila in piazza a Firenze, è prima di tutto difendere la libertà degli ucraini e la loro indipendenza e dignità nazionale.
Opus iustitiae pax.