Il governo non imbarazzi il Quirinale inviandogli un testo assai difforme da quello approvato in consiglio dei ministri 10 giorni fa. Una riapprovazione è indispensabile per non rischiare sconfinamenti nell’illecito. “Il decreto dignità” dopo essersi trasformato in atto fantasma potrebbe venir ricordato come “decreto falsità“. A tutto c’è un limite.