Una parte significativa della stampa sembra aver deciso di alimentare l’antipolitica accreditando l’idea, falsa, secondo la quale i programmi dei maggiori partiti sono tutti ugualmente inaffidabili. È una decisione grave: se passa il messaggio che tutti i partiti sono inaffidabili, una scelta di voto vale l’altra. La cosa clamorosa è che questa tesi viene sostenuta indicando cifre che la smentiscono. Per rendersene conto basta leggere alcuni articoli usciti stamani: si dice che il programma del Pd prevede misure espansive (maggiori spese e riduzioni di tasse) per 38 miliardi (il 2% circa del pil), quello delle destre per 136 miliardi (l’8% del pil), quello del M5S per 103 miliardi (il 6% del pil). L’ovvia conclusione che si dovrebbe ricavare da questi numeri è che siamo di fronte, principalmente per l’entità dei costi, nel primo caso a un programma di legislatura serio e fattibile, negli altri due casi a delle colossali prese in giro. Perché una differenza di 70 o 100 miliardi è una differenza enorme. Sottolinearla con forza è doveroso. Far finta che non ci sia è scorretto.