I partiti estremisti sono pericolosi per l’economia di questo Paese. Esempi. La Lega candida docenti universitari come Alberto Bagnai, teorico della bontà dell’uscita dall’euro. Che sarebbe un disastro per i risparmi, per le imprese, per i posti di lavoro, per le pensioni. Il M5S non esita a mettere in lista avversari irriducibili delle opere pubbliche e della modernizzazione infrastrutturale che dietro a ogni investimento, anche il più necessario e utile, vedono un complotto da impedire e non un’opportunità di crescita da mettere a frutto. E poi propone come ministro dello sviluppo economico il buon Lorenzo Fioramonti, economista noto per essere un “nemico pubblico” del Pil, con tutte le bizzarrie anti-industria, anti-sviluppo e pro-debito pubblico che questa posizione finto-chic e assai retrograda implica (un suo libro si intitola “Presi per il Pil” e non c’è bisogno di dire altro). Viene naturale chiedersi: per il Mise è meglio uno che si sente preso per il Pil in vena di magie e scorciatoie illusorie o uno come Calenda che il Pil ha contribuito a farlo crescere con misure concrete e che sa bene come funzionano le aziende di questo Paese? La risposta mi pare facile.