Da Tria sollievo e perplessità

Ho letto l’intervista al “Corriere della Sera” del ministro dell’economia Giovanni Tria con un misto di sollievo e di perplessità.
Il sollievo deriva dalle cose che dice: abbiamo ereditato un’economia solida, vogliamo continuare a ridurre il rapporto tra debito pubblico e pil e tra deficit pubblico e pil; non c’è alcun proposito di uscire dall’euro; saremo attentissimi a evitare qualsiasi scelta suscettibile di minare la fiducia degli investitori sulla sostenibilità del nostro debito pubblico, visto che allo scopo di garantirne il rifinanziamento ogni anno dobbiamo chiedere loro di comprare titoli di stato italiani per un valore complessivo di circa 400 miliardi.
La perplessità, che è anche preoccupazione, deriva da un fatto che Tria non cita ma a cui viene spontaneo pensare: tutti i principi giusti che lui enuncia fanno a pugni con il mantenimento delle promesse elettorali di M5S e Lega che M5S e Lega giurano invece di voler mantenere.
Una domanda è d’obbligo: Salvini e Di Maio sanno cosa le parole di Tria significano? E Tria sa cosa le parole di Salvini e Di Maio significano?

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