Nello stesso giorno, Salvini sotto un ombrellone irride le regole europee, dicendo che il limite del 3 per cento per il deficit “non è la Bibbia”, mentre Di Maio proclama “nessuno strappo con l’Europa”. A sua volta, il presidente della commissione finanze del Senato Bagnai in una riga si inchina alle norme Ue e in quella dopo le mette in dubbio. Contraddizioni? Conflitti d’opinione interni alla maggioranza? Niente di tutto ciò. È confusione organizzata. Depistaggio pianificato dei cittadini. Giustapposizione di linee contrastanti nella convinzione che si possa giocare alle tre carte con i conti pubblici di una grande potenza industriale. Il prezzo di questa spregiudicatezza propagandistica, che nasce dalla conclamata impossibilità di onorare le promesse con cui Lega e 5S hanno vinto le elezioni, è alto. E lo stanno pagando gli italiani: nel 2019 lo Stato dovrà tirar fuori 5 miliardi in più per interessi sul debito. Una cifra enorme. Irresponsabili. Ci costano cari.