Si può capire l’estrema delicatezza della situazione attuale rileggendo alcuni articoli della Costituzione.
Articolo 1: “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Articolo 47: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio”.
Articolo 92: “Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri”.
Se ne ricava che:
1. Chi mette insieme la maggioranza assoluta dei seggi acquisisce il diritto di governare rispettando la Costituzione, non quello di comandare senza limiti calpestando i contropoteri e le prerogative delle istituzioni di garanzia (una di queste è il Capo dello Stato) che la Costituzione prevede.
2. Chi ha il dovere di difendere la Costituzione ha anche il dovere di difendere i risparmi degli italiani, ed è solare che l’uscita dall’euro li metterebbe in pericolo.
3. I ministri non possono essere imposti al Presidente della Repubblica. Se su questo terreno il Presidente della Repubblica fosse obbligato ad assecondare in ogni caso la maggioranza parlamentare, l’articolo 92 reciterebbe: “Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su imposizione di questo, i Ministri”.
Alla luce di tutto ciò è uno spettacolo di inaudita gravità ascoltare Di Maio soffiare sul fuoco e aizzare la folla in un pubblico comizio a Fiumicino dicendo che Mattarella ha tradito la Costituzione e che lui, leader del primo partito italiano, non crede più nelle leggi dello Stato.
Questo dopo aver sentito, nello stesso comizio, Di Battista sostenere che Mattarella va messo in stato d’accusa in Parlamento per attentato alla Costituzione perché a suo dire egli non sta servendo la Costituzione ma gli interessi di oscuri poteri finanziari e di altre nazioni.
Sono dichiarazioni false, incendiarie e incoscienti.
È vero il contrario: Mattarella la Costituzione la sta difendendo e servendo. E tutti noi dobbiamo difendere lui.