Guardate per favore queste due immagini.
Vi danno un’idea di dove siamo arrivati.
Alla mancanza di vergogna non c’è limite.
La prima è un tweet di Claudio Borghi, deputato, già consigliere regionale della Lega in Toscana, aperto fautore dell’uscita dell’Italia dall’euro.
È uno dei principali consiglieri economici di Salvini.
La seconda è la pagina che un imprenditore, Lupo Rattazzi, ha comprato su un quotidiano per chiedere conto a Salvini e a Di Maio dei rischi che vogliono far correre a chi vive di salari e pensioni.
Queste due immagini mettono a confronto un cittadino che ama il proprio Paese e un altro, che è pure deputato, che con proposte assurde si batte per metterlo nei guai.
Borghi, esponente di un partito che vorrebbe governare l’Italia, non esita a rivendicare di aver investito tutti i suoi risparmi in titoli esteri perché considera l’euro una schifezza.
La domanda da farsi è questa: è accettabile che un parlamentare affermi impunemente un’enormità del genere in un Paese che non saprebbe come pagare le pensioni e la sanità se non trovasse ogni anno risparmiatori pronti ad acquistare circa 400 miliardi di Btp e di Bot?
È degno della carica che ricopre un politico che fa una dichiarazione come questa?
Post Scriptum: nella sua lettera aperta a Di Maio e Salvini, il signor Rattazzi fa notare che gli stessi estensori del piano per spingere l’Italia fuori dall’euro hanno ammesso che questa mossa porterebbe a una svalutazione che colpirebbe in primo luogo i percettori di salari e pensioni, mentre sarebbe un regalo per i più ricchi che possono permettersi di possedere investimenti esteri.
Borghi, diciamo così, sembra essersi portato avanti. E se ne vanta pure.